The Digitally Divided Self

L’Io digitale diviso

There’s an unusual but apparent alliance between two philosophies which are barely aware of and rarely come into contact each other, which conjure against the physical reality and the body. The first “philosophy” is represented by what have variously been called Cyberspace, Technopoly, Cyburbia and other names.

I prefer to define it as “The Digitalization of Reality,” wherein more and more human activities are being translated into bytes. Work, communication, media, entertainment, friends, dating, sexuality, culture, shopping, politics and causes are among the growing number of human needs that have gone digital.

While the Internet was something which earlier we mostly visited, now we are inhabiting the virtual worlds full-time and engineer them according to our mental projections. The Cartesian dream of a mind without a body has almost been fulfilled (even though in his old age Descartes, in Passions of the Soul, affirmed that “the soul is jointly united to all the parts of the body”).

This separation has a long history of Western thought starting from the Judeo-Christian separation between body and soul up to people like the transhumanist Hans Moravec, the artificial intelligence researcher Marvin Minsky, or the singularity guru Raymond Kurzweil who want to download the biological human mind to a safer mechanical medium in order to achieve nothing less than immortality.

C’è un’alleanza insolita ma solo apparente tra due filosofie che sono a malapena a conoscenza una dell’altra e che raramente entrano in contatto tra di loro, che congiurano contro la realtà fisica e il corpo. La prima “filosofia” è rappresentata da ciò che è stato definito in vari modi come Ciberspazio, Technopoli, Cyburbia e altri.

Io preferisco definirlo come la “Digitalizzazione della realtà”, dove un numero crescente di attività umane vengono tradotte in byte. Il lavoro, la comunicazione, i media, il mondo dello svago, gli amici, gli incontri, la sessualità, la cultura, lo shopping, la politica e le cause socialli sono tra i bisogni umani in espansione che sono entrati nel digitale.

Mentre Internet all’inizio era un qualcosa che perlopiù visitavamo, ora stiamo abitando a tempo pieno nei mondi virtuali e li progettiamo in accordo alle nostre proiezioni mentali.  Il sogno Cartesiano di una mente senza il corpo si è quasi realizzato (anche se in tarda età Cartesio, ne Le passioni dell’anima, affermava che “L’anima è unita congiuntamente a tutte le parti del corpo”).

Questa separazione riflette un’ampia storia del pensiero occidentale, a partire dalla separazione Giudeo-Cristiana tra il corpo e l’anima, fino a persone come i transumanisti Hans Moravec, il ricercatore di intelligenza artificiale  Marvin Minsky o il guru della singolarità Raymond Kurzweil, che vuole fare un download della mente biologica umana in un supporto meccanico più sicuro per arrivare addirittura all’immortalità. Leggi tuttoThe Digitally Divided Self

L’Io digitale diviso

Bioenergetic bytes

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Ronald David Laing was a controversial psychiatrist, often associated with the anti-psychiatrist movement. He combined existential philosophy with psychiatry, giving new perspectives on the nature of mental illness.

In his most-known book, The Divided Self, he describes the schizoid person in these terms.

The schizoid individual exists under the black sun, the evil eye, of his own scrutiny…The “self-conscious” person is caught in a dilemma. He may need to be seen and recognized, in order to maintain his sense of realness and identity. Yet, at the same time, the other represents a threat to his identity and reality…He is, therefore, driven compulsively to seek company, but never allows himself to “be himself” in the presence of anyone else…The self is related primarily to objects of his own fantasies. Being much a self-in-fantasy, it becomes eventually volatilized. In its dread of facing the commitment to the objective element, it sought to preserve its identity; but, no longer anchored to fact, to the conditioned and definitive, it comes to be in danger of losing what it was seeking above all to safeguard. Losing the conditioned, it loses its identity; losing reality, it loses its possibility of exercising freedom of choice in the world (Ronald David Laing, The Divided Self, London: Tavistock Publications, 1959).

Laing thought as well that our inner lives and feelings come mainly from our sense of connection with others and from the knowledge that others have about us. Without this, we suffer from an existential insecurity.

In Laing’s words, I can recognize the attitude of another kind of schizoid: the heavy Internet user, who needs to be connected and seen, through social networks and messaging systems, but up to a certain point, at a safe distance. His profile itself and the people he is connected to are mostly objects of his projections. He will introduce himself in order to be seen by others in a likable and acceptable way.

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Ronald David Laing era uno psichiatra controverso. Spesso è stato associata al movimento dell’antipsichiatria e combinava la filosofia esistenziale con la psichiatria, dando nuove prospettive alla natura della malattia mentale.

Nel suo libro più conosciuto, L’io diviso, descrive la persona schizoide in questi termini:

Lo schizoide vive continuamente sotto un sole nero: l’occhio malevole e scrutatore di se stesso. […] La persona “cosciente” di sé si trova in un dilemma. Ha bisogno di essere vista e riconosciuta, per poter conservare il senso della sua identità e della sua realtà; e al tempo stesso gli altri rappresentano un pericolo, proprio per tale realtà e identità. […] Perciò è costretto a cercare compagnia, ma non si lascia mai andare ad essere se stesso in presenza di altri. […] Le relazioni primarie di un io come questo riguardano gli oggetti delle sue stesse fantasie: questa è la ragione per cui alla fine esso si volatizza. Nel suo timore di affrontare con impegno l’elemento oggettivo esso lotta disperatamente per conservare la sua identità, ma non essendo più ancorato ai fatti, alla realtà contingente e definita, corre il rischio di perdere proprio ciò che soprattutto cercava di salvaguardare. Perdendo la dimensione contingente della realtà perde l’identità, e perdendo la realtà perde la possibilità di esercitare un’effettiva libertà di scelta nel mondo. (Ronald David Laing. L’io diviso. Einaudi. Torino. 1969.)

Inoltre Laing riteneva che la nostra vita interiore e le nostre emozioni derivano in grande misura dal senso di connessione che abbiamo con gli altri e dalla conoscenza che gli altri hanno di noi stessi. Senza di queste soffriamo di un’insicurezza esistenziale.

Nelle parole di Laing posso riconoscere l’attitudine di un altro tipo di schizoide: il forte utilizzatore di Internet, che necessita di essere connesso e visto, tramite i social networks ed i sistemi di messaggistica, ma connesso fino ad un certo punto, ad una distanza di sicurezza. I profili che tale utente compila nei siti e le persone con cui si connette sono più che altro produzione delle sue proiezioni. Egli si presenterà in modo tale da essere visto agli occhi altrui nel modo in cui ritiene di essere accettato e allettante.

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Words and silences

Spiritual teachings often affirm that the ultimate knowledge is to be found beyond words and concepts. If silence can convey the next higher level, after silence, words are the medium of processing of consciousness.
The world of words and concepts can’t be bypassed

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Spiritual teachings often affirm that the ultimate knowledge is to be found beyond words and concepts. If silence can convey the next higher level, after silence, words are the medium for consciousness processing.

The world of words and concepts can’t be bypassed; it’s necessary that that world is fully integrated in the human experience. Historically the Net valued words as a medium, but the trend is toward visual media.

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Negli insegnamenti spirituali si afferma spesso che la conoscenza definitiva si trova al di là delle parole e dei concetti. Ma dopo il silenzio, la parola è il medium più vicino all’elaborazione della consapevolezza.

Il mondo delle parole e dei concetti non si può bypassare ed è necessario che vengano incorporati nell’esperienza umana. La Rete ha valorizzato storicamente il medium della parola ma la tendenza è verso il canale visivo.

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