Belonging 2.0

Appartenenza 2.0

Several news sites recently reported that British Airways is asking its staff to work for free up to a month in order to cut the company’s costs. Such news would have been unbelievable just a few years ago. Here in Europe, having a solid trade union tradition, such a proposal would have been mocked as something suitable at most for Japanese people who are willing to sacrifice for their company.

But this is the brave  new world of 2.0 where we are becoming more and more eager to participate and contribute. We are not only viewers anymore, but actors in the society of the spectacle. On the Net, we feed social networks with our “user-generated content” and help companies to advertise their products. “More than four in five bloggers post product or brand reviews, and blog about brands they love or hate,” according to the State of the Blogosphere 2008.

To feel a sense of belonging and to contribute to our community is an authentic human need which gets exploited by companies. It is easy to obtain: first, real communities have been impoverished by a massified urban living – family members themselves have been isolated by TV, video games and other media, and individuals have been relegated to an indoor life connecting with each other mainly through the Internet.

In such a condition, our sense of belonging can easily slip to social networks, companies and brands which don’t actually care about us, apart from being instruments of promotion and sites-filling.

Recentemente diversi siti di informazione hanno riportato che la British Airways ha chiesto ai suoi dipendenti di lavorare a gratis fino ad un mese per poter tagliare i costi aziendali. Una tale notizia sarebbe stata inconcepibile sono fino a pochi anni addietro. In Europa, avendo una forte tradizione sindacale, una tale proprota sarebbe stata ridicolizzata come qualcosa al più adatta per i Giapponesi che sono disposti a sacrificarsi per la loro azienda.

Ma questo è il mondo nuovo 2.0 dove diventiamo sempre più disposti a partecipare ed a contribuire. Non siamo slamente spettatori, ma attori nella soceità dello spettacolo. In Rete alimentiamo i network sociali con i nostri contenuti ed aiutiamo le aziende a promuovere i loro prodotti. Il rapporto sullo Stato della Blogosfera 2008 afferma che “Più di quattro su cinque blogger scrivono di prodotti o recensiscono marchi, e scrivono circa i marchi che amano o odiano”.

Sentire un senso di appartenenza e contribuire alla propria comunità è un autentico bisogno umano che viene sfruttato dalle aziende. E’ semplice ottenerlo: come prima cosa, le comunità reali sono state impoverite da una vita urbana massificata – i membri delle femiglie stesse sono stati isolati dalla TV, dai videogame e da altri media, le singole persone sono state relegate ad una vita al chiuso, connesse le une alle altre prevalentemente tramite Internet.

In una tale condizione, il nostro senso di appartenenza può scivolare facilmente verso i network sociali, verso le aziende e i marchi a cui non importa di noi stessi se non come strumenti di promozione e di riempimento dei siti.